Socrate che beve la cicuta
Antonio Canova (Possagno 1757 - Venezia 1822)
Composizione di figure maschili che con espressioni addolorate osservano una figura centrale con una ciotola in mano, che sta declamando.
La scelta di rappresentare temi socratici da parte di Antonio Canova è sicuramente dovuta alla sua profonda ammirazione per il filosofo ateniese del V secolo a.C., che preferì morire piuttosto che rinnegare le proprie idee e le leggi della sua città.
Non si deve sottovalutare il particolare significativo che Socrate era figlio di uno scultore e lui stesso si dilettava in quest’arte.
Nel rilievo Torlonia, Socrate diventa il perno intorno al quale si collocano, come un coro tragico, tutti gli altri personaggi oppressi dal dolore, ma, nello stesso tempo, ricchi di dignità.
Lo sfondo del rilievo lascia appena intravedere il profilo di una panca su cui è poggiata una tunica e una catena (simbolo della prigionia).
Sulla sinistra, la composizione si concentra nella figura, d’impronta giotto-masaccesca, ripiegata su se stessa per la sofferenza, mentre sulla destra si può notare un calo della tensione drammatica.
Opere della sala
La sala
La Stanza a “Berceau” è così chiamata per il motivo decorativo dipinto nella volta che finge un pergolato.
Al centro era un riquadro, oggi perduto, con putti svolazzanti attorno allo stemma Torlonia, opera di Domenico Del Frate.
Sulle pareti vi erano vedute di Giovan Battista Caretti oggi completamente perdute.