L'opera del mese del Museo della Scuola Romana - maggio 2022

Maggio 2022
Antonietta Raphaël
(Kaunas, 1895 - Roma, 1975)
Miriam che dorme, bronzo dei primi anni 2000, da gesso patinato del 1933
Bronzo, cm 34x45x40
Inv. MSRo 18

Antonietta Raphaël, Miriam che dorme, bronzo dei primi anni 2000, da gesso patinato del 1933

Questa scultura rappresenta il volto della figlia dell’artista mentre dorme. Gli occhi chiusi, l’espressione abbandonata al sonno e la treccia scompigliata trasmettono l’innocenza dell’infanzia e lo stupore di Raphaël nei confronti del suo essere madre.
Il tema della maternità è centrale nella produzione dell’artista, che guarda alle figlie come a una fonte inesauribile di immagini. La dimensione intima e familiare emerge infatti con frequenza nelle sue opere, nelle quali ritrae spesso non solo le tre figlie, ma anche il marito pittore Mario Mafai, con cui forma un sodalizio artistico. Forse è proprio il confronto con Mafai che la porta a un rapporto conflittuale con il mezzo pittorico; nel 1931 gli scrive: “se tu sei vicino non ho il diritto di dipingere”. Perciò in quegli anni inizia a frequentare una scuola serale di scultura mentre si trova a Parigi, scoprendovi una dimensione più congeniale.
Come dirà l’amica e artista Katy Castellucci, «Antonietta [...] ha finalmente trovato il linguaggio per esprimersi».

Il gesso da cui è stata fusa questa versione in bronzo dell’opera è stato realizzato nel 1933 e costituisce la prima prova scultorea dell’artista. Inizialmente comprendeva anche il busto; solo in seguito Raphaël decise di dare all’opera la forma attuale, conferendo al volto sognante della bambina particolare risalto.
Come racconta Miriam stessa, «ho un ricordo di mia madre mentre mi sta facendo il ritratto Miriam che dorme [...]; esigeva che stessi ferma, silenziosa, con gli occhi chiusi (a differenza di mio padre, che quando stavo in posa per lui mi consentiva di leggere e di parlare)».

Il trattamento delle superfici dell’opera è particolarmente sensibile ai valori luminosi e lascia a vista il lavoro compiuto, compresi gli errori e i pentimenti, rifuggendo da una classica levigatezza. L’artista svolge una profonda ricerca sui materiali, come testimonia la versione in porfido dello stesso soggetto. Miriam che dorme dimostra l’estraneità di Raphaël rispetto alla scultura italiana del tempo, e la sua maggiore affinità con l’ambito francese.

Antonietta Raphaël De Simon nasce a Kaunas in Lituania nel 1895. Dopo la morte del padre rabbino, nel 1905 si trasferisce con la madre a Londra, dove studia recitazione teatrale e si diploma in pianoforte alla Royal Academy. Nel 1924 va a Parigi ed entra in contatto con il suo vivace ambiente culturale e artistico. Poco dopo si trasferisce a Roma, dove si iscrive all’Accademia di Belle Arti e conosce il pittore Mario Mafai, suo futuro marito e padre delle sue tre figlie, Miriam, Simona e Giulia (Giuditta). Il suo ruolo all’interno dell’ambiente della Scuola Romana è fondamentale e molti artisti subiscono l’influenza degli spunti che Raphaël aveva rielaborato nel corso della sua formazione europea. Insieme a Mafai e Scipione costituisce quella che Roberto Longhi battezzerà «Scuola di via Cavour» in cui inizialmente la Raphaël si afferma come pittrice, ambito che in seguito frequenterà di meno a favore della scultura. Dopo la promulgazione delle leggi razziali si nasconde a Genova insieme alle figlie. Nel dopoguerra prosegue l’attività espositiva con continuo successo critico. Muore a Roma nel 1975.

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