L'opera del mese del Museo della Scuola Romana - febbraio 2022

Febbraio 2022
Renzo Vespignani (Lorenzo Vespignani)
(Roma, 19 febbraio 1924 - Roma, 26 aprile 2001)
Periferia con Gazometro, 1946 circa
Olio su tela
Inv. MSRo75

Renzo Vespignani - Periferia con Gazometro, 1946 circa. Dettaglio

Il dipinto è pervenuto nelle collezioni del Museo della Scuola Romana nel 2006 grazie ad una donazione di Marta Vespignani, figlia dell’artista e di Netta, celebre gallerista e mercante d’arte. Il dipinto raffigura una serie di alti caseggiati addossati uno all’altro, posti in uno spiazzo desolato e costeggiati, sulla destra, da una strada; dietro gli edifici, lievemente sulla destra rispetto al centro della composizione, si intravede la sagoma di un gasometro. Nello spiazzo, in primo piano a sinistra, si scorge una minuta rappresentazione di una figura in bicicletta.

Negli anni 1944-45 emergono i soggetti dei convogli ferroviari, locomotive, rotaie, palazzi della periferia. Renzo Vespignani ricompone i paesaggi in una sua personale geografia urbana pittorica, nella quale gli elementi sono posti isolati con una forte carica psicologica. Nonostante questi nascano da osservazioni dirette, i luoghi descritti non sono riconoscibili: è l’esempio del Gazometro del quartiere industriale Ostiense, nella parte sud della città, che si staglia all’orizzonte come un moderno Colosseo (V. Pratolini, in occasione della personale dell’artista a Firenze del 1947). Si tratta di una pittura più personale in cui il paesaggio che ha nutrito la sua fantasia da bambino e che è fortemente interiorizzato diventa quella che si può definire come una prima iconografia pittorica personale.

Come ricorda l’artista stesso: Questa Periferia e il Convoglio allo scalo Tiburtino sono quadri che considero piuttosto interessanti, perché c’è una materia che ”annusa” la pittura informale, eppure sono stati dipinti da me, ragazzo di periferia, quando ancora non erano noti a Roma Fautrier, Dubuffet e tantomeno gli americani. Avevo scoperto questa pittura materica in modo istintivo, cercando di rendere con l’olio la stessa sensazione aspra delle mie chine e incisioni. Cominciavo allora a dipingere a olio, con dei colori che, data la miseria, mi fabbricavo da solo e le tele dei paracadute.

Renzo Vespignani inizia a dipingere e a dedicarsi all'incisione durante i difficili anni dell'occupazione tedesca di Roma, quando è nascosto presso l’incisore Lino Bianchi Barriviera e sceglie come maestri gli artisti Alberto Ziveri e Luigi Bartolini. Inizia a esporre nel 1945 e prosegue presso le gallerie romane La Margherita e L’Obelisco, nonché a New York, Londra, alle Biennali veneziane e alle Quadriennali romane. Nel 1949 si unisce ad altri pittori legati nell'ambito del realismo con il proposito di ritrarre i quartieri popolari di Roma: uno di questi, il Portonaccio, diede nome al gruppo. In seguito fonda, con altri intellettuali, la rivista «Città Aperta», incentrata sui problemi della cultura urbana, oggetto anche del ciclo Come mosche nel miele, che espone all’Accademia di Francia a Roma presso Villa Medici nel 1985. Negli anni Novanta sposta il suo interesse sulla vita urbana americana, utilizzando anche il mezzo fotografico.

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