Camera da letto del principe
La stanza da letto del Principe non conserva quasi nulla dell'arredo originario che la rendeva uno dei luoghi più intimamente legati alla personalità tenebrosa e misantropa di Giovanni Torlonia.
Era, infatti, ricolma di elementi legati alla simbologia della civetta o in generale degli uccelli notturni, a cominciare dal grande rosone al centro del soffitto, fortunatamente conservato, che rappresenta un volo di pipistrelli dalle nere ali spiegate.
Sono invece andati perduti gli arredi quali il letto con pomelli a forma di civette, i lumi da tavolo a forma di civette, la brocca per l’acqua a forma di civetta, la stoffa da parati con un disegno di civette stilizzate, della quale restano solo alcuni lembi.
Il bow-window aperto sul parco aveva, tutt’intorno, cassettiere in legno con una piccola scrivania al centro, per creare un piccolo angolo studio riservato.
In un vano su una parete, oggi chiuso ma identificabile, vi era la bella vetrata di Cambellotti "Le civette nella notte", attualmente dispersa ma nota grazie ad un bozzetto e ad una prova di esecuzione (oggi esposta nella Stanza delle Civette).
Alle pareti sono esposti quattro cartoni di Cambellotti della serie dei migratori, riferiti alle quattro vetrate realizzate da Cesare Picchiarini per i sopraluce della vicina scala delle quattro stagioni.
Al centro della stanza è invece un pannello con quattro vetrate geometriche con raffigurazioni di frutti, eseguite su disegno di Umberto Bottazzi e provenienti dal mercato antiquario.
Completano l'arredo alcuni mobili, sopravvissuti tra i tanti che affollavano la Casina: una specchiera con un delicato intaglio a foglie d’edera, in origine sormontata da due teste di capro oggi perdute, una scrivania con il piano in pelle e una testata da letto, di cui si ignora l’originaria collocazione.
La stanza ospita anche la vetrata “L’Idolo” di Vittorio Grassi, acquistata dal Comune di Roma nel 2002, di splendida e originale fattura.