Luigi Boille. Luoghi di luce, scrittura del silenzio
La mostra, curata da Claudia Terenzi e Bruno Aller, con il sostegno dell’Archivio Luigi Boille presenta una panoramica di più di ottanta opere che raccontano il percorso artistico del Maestro dal 1958 al 2015.
Elemento distintivo della ricerca artistica di Luigi Boille, considerato uno dei grandi protagonisti dell’Informale, è il segno che, nel corso dei decenni, è stato oggetto di una continua evoluzione.
Dopo il diploma di pittura all’Accademia di Belle Arti e la laurea in Architettura a Roma, nel 1950 Boille si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con l’École de Paris. Sono gli anni in cui lavora le sue tele con la trementina, infiammandole con il gas, controllando colore ed effetti di superficie. I contatti più importanti sono quelli con i critici come Michel Tapié, che lo inserisce nel gruppo dell’Art autre, e Pierre Restany, che parla di riconciliazione dell’intelligenza con il puro istinto nella pittura di Boille di quegli anni parigini. Alla fine degli anni Cinquanta si assiste a una breve ma evidente convergenza con la scuola di New York.
Si parte dal piano terra con le opere della fine degli anni ‘50, sia quelle più direttamente segniche, sia quelle dove il colore si espande creando forti tensioni tra zone d’ombra e zone dominate dal colore; poi una serie di bellissime opere su carta dal 1958 al 2015; quindi una sala con dipinti dal 1964 al 1966, anni della mostra al Guggenheim Museum, 1964 (con Fontana, Capogrossi e Castellani), e una che riporta alle 5 grandi opere esposte alla Biennale di Venezia, 1966.
Al piano superiore, una sala dedicata al giallo, colore spesso utilizzato dall’artista, in cui vibrazioni e segni sottili rendono ancora più intensa la luminosità. Poi le opere degli anni ’70/’80 dove il segno si intensifica su una vasta gamma di colori, un segno sottile, quasi rarefatto in un continuum che invade la tela senza limiti, e contemporaneamente le centralità e le tracce di luce, in cui il segno emerge in rilievo come materia. Infine, anni 1992- 2015, la ricerca di equilibrio compositivo e raffinamento pittorico degli ultimi decenni, il segno rarefatto in uno spazio indeterminato che vibra su un colore di fondo, un segno che è una grafia, una scrittura surreale che è stata accostata alla filosofia zen.
Moltissime le mostre collettive e personali che sono state dedicate a Luigi Boille, le sue opere sono presenti nelle collezioni di alcuni grandi musei italiani e stranieri, tra cui la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato, Pordenone, la Galleria Civica d’Arte Moderna a Torino, la Galleria d’Arte Moderna Klovicevi dvori di Zagabria, Croazia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’Hirshhorn Museum of Modern Art di Washington, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, il Museo di Roma a Palazzo Braschi, il Museo Novecento a Firenze, la Galleria Civica d’Arte Contemporanea a Termoli, Museo Epicentro, Gala di Barcellona (Messina), il MACRO, Museo di Arte Contemporanea a Roma e il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Giuseppe Perricone” a Trapani. Per la mostra è stato realizzato un catalogo edito dall’Archivio Luigi Boille, che raccoglie i contributi critici di Claudia Terenzi, Bruno Aller e un testo che Lea Mattarella scrisse per una mostra che si tenne a Pordenone nel 2016.
Informazioni
Dal 21 giugno al 3 novembre 2019
da martedì a domenica ore 9.00 - 19.00
24 e 31 dicembre ore 9.00 - 14.00
La biglietteria chiude sempre 45' prima
N.B. per eventuali aperture e/o chiusure straordinarie consultare la pagina dedicata agli Avvisi
Tel. 060608 (tutti i giorni 9.00-19.00)
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